Cani Sportivi

Tratto dal sitoweb www.tipresentoilcane.com , dall’articolo di Valeria Rossi: “Quando muore un cane sportivo…”
…Solo quando fai sport con un cane smetti di essere un “padrone” e diventi veramente un “partner”: che è più di “amico” ed è anche più di “membro della famiglia”.
I membri della famiglia, a volte, li sopportiamo a malapena. Gli amici, si sa, vanno e vengono.
Ma quando fai attività con un cane – si tratti di sport o di lavori di utilità sociale – crei un rapporto immensamente più stretto: diventi davvero un binomio inteso come unità indissolubile, come Yin e Yang, come le proverbiali due metà della mela.
Di solito non è così automatico farle coincidere: a volte costa sudore e fatica, lacrime e sangue. Ma quando ci sei riuscito, quando la mela si compone nella sua interezza, allora diventi molto, ma molto più di “uno che ha un cane”.
Sei qualcuno che vive un legame perfetto, un’intesa totale fatta di sguardi, di sfumature, di segnali comprensibili soltanto a voi due, che il resto del mondo può solo osservare dall’esterno ma non potrà mai capire appieno.
…Bisogna vivere certi momenti per arrivare a capire che quando sali su un podio con il tuo partner non sei “uno che ha sfruttato il cane per vincere”: sei la metà di una macchina perfetta che però, senza l’altra metà, non sarebbe mai andata da nessuna parte. E il bello è che lo sai, e sapendolo provi una gratitudine infinita verso quell’altra metà.
Il tuo cuore vola verso di lei.
…Ecco… è vero che i cani sono un po’ così: sono dei concentrati di gioia di vivere, ed è per questo che li amiamo tanto (e a volte li invidiamo tanto). Ma il cane da lavoro, quello con cui hai costruito passo passo la famosa mela di cui sopra, direbbe: “Lavorare? La cosa che preferisco più di tutte le altre mie cose preferite!”
E dopo un po’ succede anche a te.
Ti succede che di goderti il tuo cane in ogni momento, come è giusto e normale che sia, ma di avere sempre più voglia di andare al campo. O al lago, se fai lavoro in acqua. O in montagna, se fai soccorso alpino. O ad affrontare un po’ di ostacoli, se fai agility.
Non conta quello che fai, conta come lo fai: e se facendolo hai creato una mela perfetta, allora ne vai orgoglioso e ti piace parlarne, ti piace ricordare tutti i momenti che hai passato con il tuo cane.
Anche le sconfitte, certo: ma di più le vittorie… non perché hai portato a casa la coppetta o il salame, ma perché sai che avete dato il massimo insieme, tu e lui. Che avete espresso il meglio di un binomio, non del cane o dell’uomo. Che avete trovato quell’armonia ineffabile ed astratta che di colpo si concretizza in un risultato.
Robotizzare il cane?
Considerare il cane come uno strumento?
Che follia.
Il cane da lavoro si ama come si amano le proprie braccia o le proprie gambe, il proprio cervello, tutto ciò che ti consente di sentirti grande quando sei arrivato al massimo… e a volte anche quando dal massimo sei ancora ben lontano.
…Purtroppo io non credo a ponti dell’Arcobaleno ed altre dolcissime illusioni di ricongiungimento: credo che quando una vita finisce… sia finita, punto e basta. Proprio per questo, forse, sento come uno strappo fortissimo la morte di ogni mio cane: e quando si tratta di cani con cui ho lottato, faticato, costruito qualcosa, lo strappo è più intenso. Rimani come una mela a cui è stata tagliata via l’altra metà: ti sembra di non significare più niente… almeno finché non raccogli un altro piccolo seme e non ricominci a farlo crescere, e a crescere con lui. Dopodiché diventa sempre più difficile (perché fai i paragoni, perché ti sembra di essere arrivato in cima a una scala faticosissima e di ritrovarti di colpo sul primo scalino, perché a volte ti perdi nei ricordi e la concentrazione se ne va a quel paese)… ma pian pianino la mela si ricompone e si torna ad entusiasmarsi, a incazzarsi, a litigare e a fare pace, a risalire quella dannata scala sperando (e non sapendo mai se ci riuscirai davvero) di arrivare in cima.
Quanta fatica costa, questo percorso: ma a volte, voltarsi indietro e leggere una splendida sfilza di risultati raggiunti… aiuta.
Ti fa pensare che se ce l’hai fatta una volta, potrai riuscirci di nuovo.
Ti dà la forza di andare avanti anziché crogiolarti nel tuo dolore.
Ti spinge nuovamente a vincere e a perdere, a entusiasmarti e scoraggiarti, a incazzarti e rasserenarti: insomma, a vivere.
Leggi tutto l’articolo: “Quando muore un cane sportivo…”
Error thrown
[] operator not supported for strings